Francesco  nacque in Assisi nel 1182 ca, da Pietro Bernardone, un ricco mercante di stoffe, Al fonte battesimale fu imposto il nome di Giovanni, ma il padre, assente alla nascita, decise di cambiargli il nome in Francesco per ricordare i suoi continui contatti commerciali con la Francia. Il giovane Francesco condusse una vita spensierata e mondana: era il re di tutte le feste di Assisi. A 14 anni Francesco, per aiutare il padre, si dedicò a pieno titolo all’attività del commercio. La cura degli affari paterni, certamente l’avrà condotto a Gubbio per il commercio di mercanzia con  i componenti della famiglia di Berto di Bernardo della famiglia Spada di Gubbio, soprannominato Spadalonga, anche questo facoltoso mercante di stoffe e di lana, con i suoi tre figli: Antonio Federico e Giacomo, con i quali contrasse amicizia, soprattutto con Federico, suo compagno d’armi nella guerra tra Assisi e Perugia. I due fatti prigionieri, vennero tenuti in carcere per più di un anno, durante il quale Francesco patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a mutare radicalmente lo stile di vita. Certamente Francesco confidò in cella al suo amico quanto stava meditando, come pure Federico avrà raccontato a Francesco del santo vescovo Ubaldo, che nella sua vita aveva donato tutto ai poveri, e che il suo corpo incorrotto era posto sulla chiesa in cima al monte Ingino. Così si può spiegare la scelta di Francesco, quando spogliatosi dei suoi ricchi abiti dinanzi al vescovo di Assisi, fece la totale rinunzia dei beni temporali a suo padre Pietro e ricordando il suo amico, si incamminò verso Gubbio, nei primi giorni del febbraio 1207, in un rigidissimo inverno, appena coperto di un rozzo camiciotto. I disagi furono tanti: nei pressi di Caprignone incontrò dei ladroni  che lo gettarono in un fossato pieno di neve e presso i monaci dell’abbazia di Vallingegno, dove rimase qualche giorno per la cattiva stagione, si dovette adattare a fare lo sguattero in cucina. Finalmente l’arrivo a Gubbio, accolto dall’amico Spadalonga che lo rivesti di una povera tunica. A Gubbio Francesco iniziò il suo cammino di condivisione con i più umili assistendo per lunghi tre mesi i lebbrosi nell’ospedale di San Lazzaro, di proprietà dei canonici della cattedrale. Nel suo Testamento Francesco disse chiaramente che la vera svolta verso la piena conversione ebbe inizio per lui a Gubbio, quando si era accostato a queste persone bisognose. Tornato ad Assisi l’anno stesso, Francesco iniziò la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che divennero i primi confratelli del suo ordine, presso la Porziuncola, dove nel 1212 ricevette la visita del vescovo Villano con il quale scambiò la promessa di aprire a Gubbio un luogo per i frati. Nel 1213, infatti, il Vescovo fece donare a Francesco, dai monaci benedettini di San Pietro, la chiesa di santa Maria della Vittoria detta “La Vittorina”,  che divenne il primo luogo dei Frati Minori nella nostra città. Il luogo diventò più famoso perché nei pressi della Vittorina la tradizione vuole che Francesco ammansì il feroce lupo di Gubbio, l’episodio, universalmente noto, raccontato nel capitolo XXI de “I Fioretti di San Francesco”. Ritiratosi sui monte della Verna nel settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, ricevette le stigmate. Negli anni seguenti Francesco fu sempre più segnato da molte malattie. Nel giugno 1226, si trovava a Bogogno, presso Nocera Umbra, egli sentendo vicina la fine, chiese ed ottenne di poter tornare a morire nel suo “luogo santo” preferito: la Porziuncola. Qui la morte lo colse la sera del 3 ottobre; venne canonizzato nei 1228 da papa Gregorio IX.